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lunedì 2 gennaio 2012

Depressione Post-Partum: quando devo preoccuparmi?

Molte future mamme si chiedono cosa sia la depressione post-partum, chi ne sia affetto e come accorgersene. E' in effetti un tema sempre più discusso, con buona ragioni, colpendo il 13 - 15 % delle neomamme. E' importante tuttavia non allarmarsi troppo; perché può essere comune, in gravidanza, vivere momenti difficili, in cui ci si sente depresse o molto in ansia. La maternità oggi viene affrontata con un tipo di consapevolezza  molto differente rispetto a quanto accadeva solo due o tre generazioni fa. Questo accade perché le coppie si sentono sempre più libere di scegliere se avere un figlio ed in quale momento. A livello sociale le coppie senza figli non sono più considerate 'strane' o guardate con giudizio (cosa che, va notato, può invece accadere nei nuclei familiari di porvenienza!), ma come coppie che hanno fatto una scelta. Inoltre l'età in cui si hanno figli, per motivi economici, si è spostata in avanti; dunque avere un bambino non è una cosa 'naturale' che si fa ad un certo punto della propria vita, ma sempre più spesso un passo ponderato e valutato con attenzione.

Facciamo una prima importante distinzione tra depressione post partum vera e propria, e quei vissuti depressivi che vivono molte madri nei primissimi giorni dopo al parto:



Maternity blues
La depressione post partum è certamente un disturbo importante, che va riconosciuto e trattato. Attenzione tuttavia ai sintomi di depressione che possono insorgere nelle mamme nei primi giorni dopo alla nascita del loro bambino: è un fenomeno molto comune e diffuso (80 – 85 % delle puerpere), che si risolve spontaneamente in alcuni giorni (fino a due settimane, generalmente); viene chiamato baby blues o maternity blues. La donna che ha appena partorito può avvertire sintomi di depressione (quale basso umore, mancanza di piacere per attività precedentemente gradite, sfiducia in se stessa; sonnolenza o apatia, poca energia). Questi sintomi possono essere collegati ai rapidi cambiamenti ormonali che sta subendo, ma anche allo ‘scossone’ che comporta per ogni donna diventare mamma.
Pensiamoci un pò: i propri ritmi vengono completamente stravolti, le priorità mutano improvvisamente. La donna deve occuparsi, per la prima volta, di un esserino che dipende in tutto e per tutto da lei; che ha molti bisogni ma non è in grado di esprimerli  se non piangendo; ha pochissimo tempo per sè, e contemporaneamente deve occuparsi delle piccole cose quotidiane, che sembrano divenire improvvisamente molto più gravose; è stanca e provata dal parto e dai risvegli notturni o dal poco sonno. Le mamme alla prima gravidanza, inoltre, devono ancora imparare a comprendere i segnali del loro bambino, e possono facilmente sentirsi inadeguate o impotenti, talora stanche e nervose.
E’ importante che la mamma, che si trova a vivere questa vera e propria rivoluzione, non si colpevolizzi come ‘mamma incapace o snaturata’, chieda invece aiuto al compagno, alla famiglia, alle amiche che già hanno avuto dei figli e possono darle una mano. Le neomamme dunque non devono allarmarsi eccessivamente, ma guardare a questo malessere con autoindulgenza, quale reazione comprensibile ad un adattamento davvero impegnativo e complesso: la responsabilità di una nuova vita. Compagno e familiari possono sostenerle aiutandole a ‘leggere’ quello che sta loro accadendo come comprensibile e transitorio.

Depressione post partum

Si parla invece di depressione post partum quando i sintomi depressivi persistono per un periodo prolungato ed interferiscono significativamente con la capacità della madre di prendersi cura di sé e del bambino. In questo caso è necessario richiedere l’aiuto di un professionista ed intervenire con un percorso di psicoterapia. La madre non va colpevolizzata o esortata a ‘tirarsi su per il suo bambino’, esortazioni che, per quanto in buona fede, acuirebbero i sensi di colpa già dolorosi della mamma; bisogna ricordare in ogni momento che vivere una fase depressiva è un’esperienza profondamente dolorosa caratterizzata da sfiducia in sè e disperazione. La madre va piuttosto supportata nella quotidianità, sostenendola nelle piccole incombenze, aiutandola a prendersi cura del bambino, e fornendole calore e vicinanza scevra da giudizio e critiche.
Solo chi ha vissuto un’esperienza di depressione infatti comprende quanto sia dolorosa, ed è dunque consapevole che non basta ‘impegnarsi’ per star meglio, in quanto la sofferenza è tale che nessuno vi resterebbe immerso se solo intravvedesse una possibilità di uscirne. A maggior ragione, una neomamma prenderebbe il cammino più impegnativo per uscirne, se lo intravvedesse. In preda alla depressione non si vede alcuna via d’uscita, ne consegue una grande disperazione e la perdita di energia. Per questo motivo è così importante ricorrere ad un aiuto professionale quanto prima.
Una madre depressa si sente egoista, inadeguata, prova grande senso di colpa; tuttavia, la prima cosa di cui una madre ha bisogno per crescere il suo bambino è proprio prendersi cura di sé. Chiedere aiuto quando si è in difficoltà è un importante passo per prendersi cura al meglio, con serenità, del proprio bambino. Non dimentichiamo che le super mamme che sanno sempre cosa fare, non hanno dubbi, sempre gioiose e serene, in realtà non esistono.

Per un approfondimento sulla depressione, puoi consultare il sito del Centro Acacia: clicca qui.

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