La violenza ha più forme, ma ha ottime doti mimetiche e si nasconde bene. Certo, parlarne come se fosse un'entità può far pensare che chi la attua sia una vittima. Il che, da un diverso punto di vista, è vero. Ma procediamo con ordine.
La violenza è una reazione aggressiva. L'aggressività serve a difendersi, e la parola 'serve' può anche essere sostituita con 'è utile', perché l'aggressività è utile quando veniamo attaccati.
Chi è violento, dunque, sta mettendo in atto un comportamento aggressivo. Possiamo chiederci perché lo sta facendo, e come si riconosce un comportamento aggressivo. Per quanto sembrino domande banali, non lo sono.
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Gli psicologi non fanno magie, aiutano invece a trovare nuovi percorsi.
Scoprire nuovi sentieri richiede tempo, energia, fatica e talora sofferenza, ma una volta scoperti, saranno utili per tutta la vita.
Scoprire nuovi sentieri richiede tempo, energia, fatica e talora sofferenza, ma una volta scoperti, saranno utili per tutta la vita.
giovedì 10 ottobre 2013
mercoledì 2 ottobre 2013
Troppe 'ricerche scientifiche' in giro!
Alla televisione o sui giornali, addirittura duirante le pubblicità, si sente frequentemente dire 'le ricerche dimostrano che...'.
La domanda è: quali ricerche? e fatte come?
La ricerca, per essere scientifica, deve seguire dei criteri piuttosto rigidi, soprattutto quando vuole dimostrare una relazione causa - effetto. Innanzitutto ci vuole un campione numeroso. Il campione è, nel caso a me più familiare di una ricerca sull'uomo, il numero di soggetti che si sottopone alla sperimentazione. Questo campione deve essere eterogeneo per età, sesso, condizioni di salute, scolarizzazione, e per altre variabili ancora dipendentemente dall'oggetto della ricerca.
La domanda è: quali ricerche? e fatte come?
La ricerca, per essere scientifica, deve seguire dei criteri piuttosto rigidi, soprattutto quando vuole dimostrare una relazione causa - effetto. Innanzitutto ci vuole un campione numeroso. Il campione è, nel caso a me più familiare di una ricerca sull'uomo, il numero di soggetti che si sottopone alla sperimentazione. Questo campione deve essere eterogeneo per età, sesso, condizioni di salute, scolarizzazione, e per altre variabili ancora dipendentemente dall'oggetto della ricerca.
lunedì 30 settembre 2013
Allattamento prolungato
Da madre di una bimba di poco più di un anno e mezzo, ho fatto i conti con i numerosissimi (spesso non richiesti) consigli di altre mamme, spesso nonne, che mi guardavano scuotendo leggermente il capo, o si poducevano in commenti anche più espliciti.
Ovviamente stavo sbagliando; che novità. Ad ogni modo, uno dei miei lati di mamma che ha fatto sorgere più esclamazioni è stato proprio l'allattamento prolungato.
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venerdì 27 settembre 2013
Dislessia e Disortografia, che sono?
La Dislessia e la Disortografia evolutiva sono due
disturbi specifici dell'apprendimento, che l'ICD classifica tra i DSA
(Disturbi Specifici dell'Apprendimento), assieme alla Discalculia. La
Dislessia è un disturbo della lettura, la Disortografia un disturbo
delle capacità ortografiche, la Discalculia un disturbo nell'abilità di
calcolo.
Questi disturbi si manifestano per l'appunto in età evolutiva, in genere nei primi anni della scuola elementare, ma possono venir diagnosticati a partire dal secondo anno della scuola primaria, nonostante alcuni segnali possano comparire anche prima.
Nel valutare un disturbo dell'apprendimento è importante infatti considerare che l'età di acquisizione delle abilità cognitive richieste dalla lettura e dalla scrittura è molto variabile da bambino a bambino. Qualora vengano osservati, dai genitori e dagli insegnanti, indizi che potrebbero far pensare ad un DSA, è opportuno accertarne l'esistenza o meno ricorrendo ad un intervista clinica e ad una valutazione testistica che utilizzi prove validate e standardizzate.
Questi disturbi si manifestano per l'appunto in età evolutiva, in genere nei primi anni della scuola elementare, ma possono venir diagnosticati a partire dal secondo anno della scuola primaria, nonostante alcuni segnali possano comparire anche prima.
Nel valutare un disturbo dell'apprendimento è importante infatti considerare che l'età di acquisizione delle abilità cognitive richieste dalla lettura e dalla scrittura è molto variabile da bambino a bambino. Qualora vengano osservati, dai genitori e dagli insegnanti, indizi che potrebbero far pensare ad un DSA, è opportuno accertarne l'esistenza o meno ricorrendo ad un intervista clinica e ad una valutazione testistica che utilizzi prove validate e standardizzate.
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